CALIFANO, CI LASCIAVA 10 ANNI FA`



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Un ricordo speciale del grande Artista con il dr. Alberto Armellini, famoso chirurgo plastico della capitale, Amico e Medico personale del Maestro Califano.
Il “prevert di Trastevere“, uno degli artisti-simbolo della grande musica d’autore italiana: Franco Califano, nato a Tripoli il 14 settembre 1938, ha avuto una vita da film, caratterizzata da tante vicissitudini, un po’ di guai, tanti successi e tantissime donne. Ci lascia il 30 marzo 2013.
Uomo forte e sensibile, bello ed elegante, con un animo generoso trova nella dimensione della canzone-poesia il modo per poter esprimere al meglio quello che vede intorno a se. Il contatto diretto con la vita e con le persone, soprattutto i giovani, saranno fonte di inesauribile creatività che lo porteranno a scrivere le pagine più belle della canzone Italiana e non solo.
I critici più attenti, con le “ orecchie raffinate” che sanno scendere nel profondo ed andare al di là delle apparenze, capiscono subito il valore del Poeta che con i suoi testi e la sua vita si sarebbe guadagnato per sempre l`immortalità.
Grazie alla sua bellezza e al suo irresistibile charme, conquista alcune tra le donne più belle del mondo. Le sue amicizie, i suoi amori e la sua vita spericolata ne hanno fatto un simbolo di un`era, quella a cavallo tra gli anni sessanta e settanta. Califano incarna l’icona del perfetto Playboy, che nel tempo sarebbe diventato anche un grande Artista.
A dieci anni dalla scomparsa, ricordiamo il Maestro Califano con il dr. Alberto Armellini, famoso chirurgo plastico della Capitale, da sempre Amico del Maestro e suo medico personale. Il 30 marzo del 2013 come sempre erano insieme e lo sono stati fino all`ultimo.
Dr. Armellini , Lei è stato un grande amico e medico personale del Maestro Califano. A dieci anni dalla morte che ricordo ha dell` Amico Franco Califano?
Un ricordo di grande gratitudine. Insieme a miei genitori mi ha insegnato tanto: il valore della parola data, il sentirmi sempre e comunque libero, non accettare mai i ricatti, apprezzare la solitudine come forma sublime di libertà ed agire sempre con il cuore e mai per interesse. Ho avuto la fortuna di vivermi il Maestro per quasi trent`anni e credo di essere l`unico o fra I pochissimi ad averlo vissuto così intensamente e continuamente ovunque, nei più bei locali alla moda, nei teatri che applaudivano la sua arte , nella comodità di tante serate in casa sua tra pochi ed intimi amici, negli ospedali, negli alberghi a 5 stelle o a casa mia nelle nostre serate in Famiglia. Anche l`ultimo giorno eravamo insieme, mi ha donato questo privilegio di stare insieme fino all`ultimo.
Dr. Armellini, cosa hanno di speciale le sue canzoni?.
Le canzoni del Maestro, raggiungono una dimensione filosofica ed esistenziale che sa andare in profondità e sa cogliere sentimenti universali, mai ovvi, mai scontati e mai banali. Ha trattato tutti i sentimenti dell`animo umano quali noia, malinconia, solitudine, amicizia e amore. Ha trasmesso nelle canzoni la sua esperienza di “Filosofo concreto”, che quando parla vale la pena fermarsi ed ascoltarlo. Non sarà un caso se, anni dopo, e già ormai ricco e famoso, gli verrà assegnata una laurea honoris causa in Filosofia dall’Università di New York. Un riconoscimento conquistato con l’attività sul campo , con la vita vissuta di un Uomo che non ha mai cercato protezioni, non si è mai venduto per una tessera di partito e ha pagato con dignità e forza, un prezzo altissimo per colpe mai commesse .
A livello di scrittura in cosa il Maestro è irraggiungibile?
Secondo me nella sintesi. Con poche parole riesce ad esprimere concetti che meriterebbero tante pagine. Alcune frasi tratte dalle sue canzoni sono diventate dei veri e propri slogan, lampi di genio capaci di illuminare un intero modo di sentire. Basti pensare a “tutto il resto è noia“, “ e la chiamano estate” ,” la musica è finita” . Frasi usate costantemente nel linguaggio parlato, nel linguaggio del corpo, si trovano sempre più spesso tatuate sulla pelle, ma soprattutto nel linguaggio giornalistico quando devono dare un titolo ad effetto.
Gli inizi di Califano furono da Autore?
I primi inizi lo vedevano protagonista come attore di Fotoromanzi. Poi in un secondo tempo divenne autore, produttore, talent scout e cantautore. Il Maestro scopri e produsse i Ricchi e Poveri. In carriera ha scritto oltre 1000 canzoni, ha venti album all’attivo, tante canzoni di successo scritte per altri, da Ornella Vanoni (“La musica è finita” e “Una ragione di più”), a Mia Martini ( “Minuetto” e “ La nevicata del`56), da Bruno Martino (“E la chiamano estate”) a Fred Bongusto (“Questo nostro grande amore”), da Loretta Goggi a Patty Pravo e tanti altri. Nel `73 ha composto un album intero per Mina e come Autore ha vinto sia Sanremo con “Un grande amore e niente più”, cantata da Peppino di Capri che Festivalbar con “ Minuetto” cantata da Mia Martini. Il Maestro si è conquistato di diritto un posto fisso nella storia della canzone. Ci tengo a ricordare che la “Storia della canzone romana”, lo ha citato quando era ancora in vita, quale più grande autore vivente per “aver scritto le più belle pagine della canzone dialettale romanesca“.
Se potesse incontrarlo per 30 secondi, cosa direbbe al Maestro?
Intanto lo abbraccerei, ero uno dei pochissimi a cui lo consentiva, e poi gli direi tre cose: GRAZIE, ti voglio bene, mi manchi.
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