“IO SONO UN HIKIKOMORI”







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E’ allarme “hikikomori” e non è assolutamente da sottovalutare.
Di cosa si tratta ?
“HIKIKOMORI” è il termine giapponese che letteralmente significa “stare in disparte” , usato per indicare i giovani che smettono di uscire di casa, frequentare amici o scuole ed avere rapporti sociali di qualsiasi tipo, mantenendo le loro “relazioni” solamente via web.
Il dato che riguarda il nostro Paese su questo aberrante fatto è veramente alto.
Sono 54 mila gli studenti in fascia di età di scuola superiore che si identificano in questa situazione.
E’ un vero e proprio “ritiro dalla società” e che dal lontano Sol Levante si sta divulgando a macchia d’olio.
L’età più critica è senza dubbio quella tra i 15 e i 17 anni, momento di grandi cambiamenti psico-fisici per i ragazzi, nel quale attraversano varie situazioni personali delicate e dove sono ovviamente molto più vulnerabili.
Il senso di inadeguatezza rispetto alla massa, ai compagni la fa da padrone, e si crea una sorta di “stanza sicura” dove rifugiarsi.
I ragazzi “eremiti” hanno fondamentalmente paura del mondo reale, e si rifugiano in quello virtuale.
Genitori e insegnanti devono porsi domande e stare molto attenti ai comportamenti dei figli e degli studenti, per evitare che i già precari “rapporti intersociali” fatti di scambi di opinioni, pomeriggi seduti sui muretti, dei primi sguardi e dei primi rossori sul viso per le prime simpatie, del semplice mangiare un gelato o una pizza insieme e del crescere uniformemente attingendo forza gli uni dagli altri, non diventi un utopia.
Questo secolo ci fornisce davvero infinite possibilità di crescita, con metodi innovativi in tutti i campi, ma l’interfacciarsi personalmente, il contatto umano fatto dei nostri 5 sensi, che riesce a far si che un individuo sia differente da un robot o da una macchina si stanno dissolvendo quasi come non fossero mai esistiti.
Non è per molti versi certamente un “bel mondo”.
Basta aprire un quotidiano o il web per leggere di notizie sconvolgenti, di ragazzini e ragazzine che bruciano la bellezza della loro età, con una violenza e una cattiveria inaudita riversando contro altri loro coetanei tutta la rabbia e il disagio interiore.
E’ il momento più bello, il momento nel quale è il mondo ad essere ai loro piedi, nel quale poter gioire ogni minuto della vita. E’ il momento di innamorarsi più e più volte, è il momento di dare il primo bacio, di fare esperienze di conoscere nuove culture e nuove persone, di studiare e di creare un bagaglio personale tale da potersi immettere nel mondo con consapevolezza e forza.
Vi siete mai soffermati a guardare un tavolo in un ristorante di giovani ragazzi ???
Fatelo e ciò che vedrete è, non solo allarmante e sconvolgente, ma tristemente reale.
Non vedrete nessuno o veramente pochi di loro, parlare, ridere, scambiarsi emozioni e idee, ma vedrete ognuno con il proprio smartphone “rimbecillirsi” -permetteteci il termine- sulle piattaforme social.
Stiamo costruendo una generazione di Tiktoker e influencer, ai quali importa solamente il numero dei follower e il loro seguito o di chiudersi in un isolamento sociale perdendosi totalmente e irrimediabilmente il bello che la vita offre loro e che, purtroppo non riescono a capire che non tornerà mai più.